CECILIA RAVERA ONETO  
 pittore
Camogli 3 gennaio 1918 - Genova 27 ottobre 2002 
Uno dei più importanti pittori del Ventesimo Secolo in Liguria
biografia dell'artista 
Cecilia Ravera Oneto ha esposto dal 1953 in tutte le più significative manifestazioni d’arte, nazionali ed internazionali.   Invitata (una parete) al MUSEO CIVICO DI BOLOGNA “Arte Contemporanea 1973”.   E’ stata inserita nella sezione della pittura ligure del Dopoguerra nella mostra “GENOVA,IL NOVECENTO” del 1986 allestita dal Prof. Giuseppe Marcenaro presso il Centro dei Liguri della Cassa di Risparmio di Genova e Imperia e nella mostra “ITALIANA ‘86” a Buenos Aires (Repubblica Argentina).    E’ stata invitata nel 1964 ad eseguire un affresco a Dozza (Imola) nell’ambito della manifestazione “IL MURO DIPINTO”.    Monografie sulla sua opera sono state curate da Giorgio Kaisserlian, da Germano Beringheli ,  da Rossana Bossaglia, da Franco Ragazzi.  Nel 1964, nell’ambito della rubrica televisiva “LE TRE ARTI”, curata da Garibaldo Marussi, è stato dedicato un servizio al paesaggio industriale di Cecilia Ravera Oneto.   Nel 1989 ha partecipato con uno dei gruppi di progettazione, come consulente artistico, al CONCORSO INTERNAZIONALE IDEE-PROGETTO DELLA NUOVA PIAZZA DANTE, intorno alla casa di Colombo a Genova.  I progetti sono stati esposti, a cura del Comune di Genova, presso l’Istituto E.Brignole nel febbraio 1990.   
 
L'artista all'ultima mostra personale 8 mesi prima della scomparsa 
Sue opere sono conservate in numerose collezioni in Italia e all’estero, fra cui: 
*ODESSA (Ukraina)- Istituto Pigorov di Medicina Pediatrica   *BERNA (Svizzera)- Centro di Formazione Professionale  *NOTTINGHAM (Gran Bretagna)- Bertrand Russel House  *GENOVA- Istituto di Medicina Interna (ISMI) dell’Università  (“Ars Medica”, cm.350    x 210)  *GENOVA- Banca CARIGE Sede Centrale  (“San Francesco e il lebbroso”, cm. 115 x 200)   *PINEROLO (To)- Collezione Civica d’arte , Palazzo Vittone    
 
L'artista all'ultima mostra personale 8 mesi prima della scomparsa 
 Sue opere, che testimoniano i vari momenti del suo lavoro, sono conservate presso la GALLERIA D’ARTE MODERNA del Comune di Genova che dal 01 maggio al 27 giugno 2004 le ha esposte nei locali della Raccolta Frugone ai Parchi di Nervi.  
Dell’arte di Cecilia Ravera Oneto hanno scritto tra gli altri:  G. Angeli, A. Angiolini, E. Balestreri, I.M. Balestreri, A. Ballero, R. Benvenuti, G. Beringheli, F. Berardi, S. Beraldo, M. Bernardi, M.Bocci, R. Borzini, R. Bossaglia, L.Budigna, G. Buscaglia, U. Callà, E. Calza, F. De Caria, L. Carli, L. Carluccio, R. Cenni, A.M. Cristaldi, M. Delpino, M. De Stasio, S. Dell’Orso, S. Di Bartolomeo, A. Dragone. G.L Fallabrino, W. Favero, M. Faustini, D. Ferin, M. Frojo, V. Furfaro, G. Fumagalli, M. Galasso,  D. Gambetti, G.C. Ghiglione, C. Gigli Molinari, G.Grazzini, G. Kaisserlian, M. Lepore, G. Migone, C. Maccari, F. Macrì, G. Marcenaro, M. Marchiando Pacchiola, G. Marton. M. Monteverdi, C. Munari, C. Niccoli, C. Gigli Molinari, N. Mura, A. Natali, S.Pagliari, F. Passoni, L. Pierro, M. Portalupi, G. Riva, G. Sforza, R. Righetti, A. Ronco, A.M. Secondino, G. Servello,  L. Servolini, D. Taverna, A. Turroni, R.Vitone, D. Volontè, M.Valli, S. Vento.  
Nell’aprile 1999 è stata invitata a tenere una lezione presso l’Istituto di Storia dell’arte dell’Università degli Studi di Genova, Corso di Archeologia industriale, sulla sua esperienza nelle opere dedicate all’industria.  
Servizi televisivi e radiofonici sono stati realizzati più volte dalle reti RAI (Sedi di Milano, Palermo, Genova).  Tra i più recenti:  
*PIERANTONIO ZANNONI , in occasione della Mostra  Antologica presso l’Ordine degli Architetti della Provincia di  Genova , 1995 e 28 ottobre 2002 in occasione della sua morte;                                                   
*GENNY DI BERTO, aprile 1997                                                   
*PIERANTONIO ZANNONI , febbraio 2002                                    
*PIERANTONIO ZANNONI , 28 ottobre 2002  
Notizie e cataloghi, foto , ecc., sono consultabili presso l’Archivio Storico della Biennale di Venezia (alla voce ONETO RAVERA).
 
Cecilia Ravera Oneto nasce a Camogli (Ge) il 3 gennaio 1918 da Valerio, cambusiere sui transatlantici, e Santina Castello , alla quale va il merito di averne compreso precocemente le doti e di averla avviata ed incoraggiata agli studi artistici.  
 
La casa natale  dell'artista sulla via Aurelia   a Ruta di Camogli (da un olio dei primi anni '50) 
Dopo aver studiato al Liceo Artistico Barabino di Genova e al Liceo dell'Accademia Albertina di Torino, nel momento della docenza di Felice Casorati, frequenta il Politecnico di Torino, senza poter concludere gli studi a causa degli eventi bellici.  
 
Il padre dell'artista ("Nostalgia del mare" olio su tavola, 1953) 
Negli anni della guerra si impiega quale disegnatrice alle Officine Ansaldo di Genova, lavoro che sarà alla base del suo interesse verso il paesaggio industriale, che caratterizzerà una lunga e significativa stagione della sua pittura.  
Nel 1947 sposa Mario Ravera, medico, docente universitario, ricercatore che sarà determinante nel rivolgere il suo interesse artistico verso l'ambiente della medicina e della ricerca scientifica. Insegna disegno e Storia dell'arte. 
 
Il marito dell'artista  ("Lo studioso", olio su tela anni '50) 
Inizia a dipingere alla fine degli anni Trenta, ma esordisce pubblicamente nel 1953 partecipando alla Mostra Regionale d'Arte Ligure organizzata nei locali dell'Accademia Ligustica. Nel 1954 tiene la sua prima personale alla Galleria Rotta di Genova.  
La pittura degli inizi è caratterizzata da una maniera prossima al post impressionismo con cui svolge paesaggi della Riviera e temi domestici. Nella seconda metà degli anni cinquanta avverte nel paesaggio industriale il motivo per un mutamento del proprio linguaggio, che diventerà ancora più marchiato con le immagini dell'Italsider e con il ciclo dedicato all' "ars medica" degli anni sessanta e inizio settanta, che la avvicina agli ambienti della "Nuova figurazione".  
 
Grazie all'amicizia di Luigi Servolini si dedica all'incisione e alla xilografia.  
Superati gli anni settanta, durante i quali il paesaggio industriale del porto, attraverso tagli inusuali raggiunge esiti rarefatti, trasfigurati, non dissimili dalle figure di algida espressività del ciclo rivolto alla medicina e alla ricerca scentifica, ritorna a un proprio, personale, concitato espressionismo.  
Dagli anni ottanta sviluppa una pittura da tratti violenti e sensuali con la quale la pittrice riprende il suo stretto rapporto con la natura della Liguria, il mare, gli scogli, gli uliveti, i giardini fioriti. La pittura s' ispessisce di materia ora dura e cupa, come quando negli anni ottanta e novanta trascrive emozioni marine e ritorna ai paesaggi liguri da cui era iniziata. Raggiunge un'esuberanza espressionistica con un colore acceso e il gesto forte, intenso e istintivo, reso ancora più drammatico dalle immagini notturne.  
dal volume  
"CECILIA RAVERA ONETO  
tra glicini e ciminiere  
a cura di FRANCO RAGAZZI  
SilvanaEditoriale 2008
Nel 2004, quando Genova è capitale della cultura europea, l'Associazione Amici dell'Accademia Ligustica, attuando la volontà dell'aertista e in accordo con i figli, Marina e Giuliano, ha istituito il PREMIO CECILIA RAVERA ONETO, consistente in una borsa di studio da conferire all'allieva o allievo dei corsi di pittura dell'Accademia che dimostrino freschezza d'invenzione e originalità nella propria opera pittorica. Due anni dopo, in occasione della seconda edizione, è stato promosso un convegno di studi organizzato da Franco Sborgi, professore ordinario di Storia dell'Arte Contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Genova, sull'arte a Genova negli ultimi decenni. 
 
La terza edizione del premio si svolge contestualmente all'inaugurazione di una mostra antologica di Cecilia Ravera Oneto promossa dall'Associazione. Un premio, e oggi un'impegnativa mostra che vogliono essere un gesto di fiducia nella pittura e nei giovani che si cimentano nel faticoso cammino professionale dell'arte, così come giovanissima era Cecilia quando, nel 1953, espose per la prima volta in pubblico, proprio in questo stesso palazzo dell'Accademia che ospita le sue opere realizzate lungo una vita di appassionato lavoro. La mostra, curata da FRANCO RAGAZZI, che ringrazio per lo studio approfondito che ha condotto sull'artista e sull'attenta selezione delle opere, si apre significativamente con un autoritratto del 1946 e si chiude con "Nella bufera", un altro autoritratto del 1997, attraversando oltre cinquant'anni di pittura di una donna di particolare sensibilità, intelligenza e forza.  
Nel primo dipinto Cecilia è una giovane ed elegante pittrice, nel secondo il forte espressionismo e l'atmosfera notturna evidenziano una ben più tragica visione dell'esistenza. Ho avuto la grande fortuna di conoscere Cecilia, di esserle amica, ricambiando la sua stima, simpatia e affetto, e sono molto felice che l'Associazione possa tributarle questo doveroso omaggio, per una artista della sua levatura che, attraverso il bel catalogo, ne consente la migliore conoscenza nell'ambito delle relazioni genovesi e nazionali. Realizzare questa mostra non è stato facile, per cui devo ringraziare le molte persone che ci hanno aiutato: da GIANCARLO PIOMBINO, RAIMONDO SIROTTI e GIULIO SOMMARIVA, rispettivamente Presidente, Direttore Generale e Conservatore del Museo dell'Accademia Ligustica, ai collezionisti che hanno prestato lo loro opere, da Marina e Giuliano Ravera, agli sponsor dell'iniziativa - la BANCA CARIGE Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, e l' ILVA, dal Sindaco MARTA VINCENZI e l'assessore MARIO MARGINI del COMUNE DI GENOVA, a DARIO CIMORELLI, Direttore di SILVANA EDITORIALE. Un rigraziamento speciale a ORNELLA CUNEO, vice presidente dell'Associazione e mia insostituibile collaboratrice, a GRAZIA DACCA' e all'intero Consiglio di Amministrazione.  
COLETTE DUFOUR BOZZO  
presidente Associazione Amici dell'Accademia Ligustica di Belle Arti
Quando Franco Ragazzi è venuto da me a "raccontarmi" l'impostazione antologica della mostra dedicata a Cecilia Ravera Oneto, assieme abbiamo scoperto che una delle prime opere esposte era presente alla IV Mostra Nazionale di Vado Ligure nel 1954. Con quella mostra partecipavo per la prima volta a un evento nazionale, avevo vent'anni. Sono quindi più di cinquant'anni che in qualche modo il mio lavoro mi ha permesso di considerare con attenzione i cambiamenti, gli interessi forti che Cecilia ha sempre messo in campo nel fare pittura.  
Personalmente tengo a proporre questo mio piccolo contributo con una lettura pittorica, una lettura che parta dall'interno del colore. Io credo che si possa sostanzialmente parlare di tre periodi caratterizzati da altrettanti modi con cui l'artista cerca di essere dentro a problemi che non si limitano alle suggestioni estetiche. Come tutti i pittori della sua generazione, Cecilia ha vissuto quella partecipazione al reale che il Novecento aveva posto in primo piano come modello di una vita che aderisse alla realtà in modo quasi prerinascimentale.  
 
E sono compiacimenti interiorizzati e affondati in una desiderata solitudine, sebbene la prima significativa svolta dobbiamo registrarla con i lavori definiti un po' sommariamente "paesaggi industriali". Si tratta in ogni caso di una adesione pittorica a un mondo - il porto, le fabbriche -che svolta verso una problematica esistenziale espressa nel modo più appropriato per chi parla con la pittura. E allora la sintesi di questi elementi ferrosi, di questi macchinari, emerge attraverso stesure cromatiche che assorbono luce e sentimenti e mi viene da pensare a certi dipinti di Nicolas De Staél.  
E' un uso fortemente costruttivo della materia pittorica che per Cecilia si dipana ancora sulla tela con definizioni spaziali molto definite, in un alternarsi di forme essenzialmente espresse con il colore. Il terzo periodo è quasi rivoluzionario rispetto al forte e pacato senso del tempo, e si volge verso una sorta di quasi "fauve2, un espressionismo non dalle dure linee nere, ma fatto di impasti materici densi e corposi. E mi pare che il termine espressionismo sia un po' stretto per quest'ultima serie di quadri che riescono ad aggiungere a problematiche certamente esistenziali una gioia grande di impastare colore.  
RAIMONDO SIROTTI  
direttore generale dell'Accademia Ligustica di Belle Arti  
pubblicato nel volume  
"CECILIA RAVERA ONETO  
tra glicini e ciminiere  
a cura di FRANCO RAGAZZI  
SilvanaEditoriale 2008